La progettazione di un impianto industriale è un’attività multidisciplinare che richiede un approccio collaborativo, dove la sinergia e l’integrazione tra le diverse tecnologie coinvolte diventano cruciali per la messa in opera dell’impianto. In questo contesto, un aspetto spesso sottovalutato ma di fondamentale importanza è la capacità dei programmi, utilizzati dai progettisti e dagli ingegneri, di comunicare e collaborare efficacemente tra loro.
In questo scenario l’interoperabilità dei software di progettazione gioca un ruolo chiave: permette di determinare il grado di interazione dei diversi programmi utilizzati, migliorando considerevolmente i flussi di lavoro. L’interoperabilità, quindi, diventa un catalizzatore di efficienza, innovazione e crescita, permettendo alle aziende di condividere agilmente tutte le informazioni relative ai materiali, alle quantità, ai costi e ai tempi di progettazione di un impianto industriale.
L’interoperabilità dei software permette, quindi, di ottimizzare i flussi di lavoro, riducendo gli sprechi di tempo e risorse, e di cogliere nuove opportunità creative e funzionali. Attraverso questo articolo esploreremo come l’interoperabilità dei software stia ridefinendo il panorama industriale, portando ad una maggiore efficienza, flessibilità e innovazione.
Cosa si intende per interoperabilità
Quando parliamo di interoperabilità dei software, dall’inglese software interoperability, ci riferiamo alle funzionalità previste dai programmi di progettazione industriale di comunicare e scambiare informazioni con altri applicativi, condividendo file e utilizzando gli stessi protocolli. In pratica, questa funzionalità permette a programmi di differenti fornitori o con diverse caratteristiche tecniche di lavorare insieme in modo armonico, creando un ecosistema digitale integrato.
La progettazione, infatti, porta i professionisti a utilizzare diversi strumenti informatici: dai software CAD (Computer-Aided Design) alle soluzioni per la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM, Product Lifecycle Management). L’interoperabilità dei software consente ai progettisti e agli ingegneri di trasferire senza intoppi progetti, modelli e dati tra vari sistemi, mantenendo l’integrità e la fedeltà delle informazioni. Questo scambio di dati è essenziale non solo per garantire l’accuratezza del lavoro progettuale, ma anche per accelerare i processi decisionali, ridurre gli errori e incrementare l’efficienza operativa.
L’interoperabilità dei software, quindi, facilita la collaborazione multidisciplinare insita nella progettazione di un impianto industriale, in cui sono coinvolti professionisti di diversi settori, ognuno dei quali utilizza specifici strumenti informatici. Un sistema interoperabile consente a questi professionisti di condividere i dati in tempo reale, permettendo una collaborazione più fluida e una visione più integrata del progetto.
Per questo motivo i software per la progettazione degli impianti industriali integrano funzionalità che consentono l’interscambio di file con altri programmi, come ad esempio i software per l’impiantistica industriale di ESAin, una suite di applicativi per AutoCAD dedicati all’electrical, al plant e al process design. È un esempio ESApro P&ID, l’applicativo dedicato al disegno degli schemi di processo, che prevede l’integrazione con SPAC Automazione, con cui è possibile realizzare gli schemi elettrici di collegamento: il programma permette inoltre di leggere i formati DWG/DXF e qualsiasi altro formato di file esportabile da AutoCAD (DWF, DWFx e DGN).
Interoperabilità con i software BIM

L’interazione tra i software di progettazione degli impianti industriali e le soluzioni BIM (Building Information Modeling) è un aspetto cruciale nell’ambito dell’interoperabilità. I software BIM forniscono strumenti per la modellazione 3D e la gestione delle informazioni che vanno ben oltre la semplice rappresentazione grafica.
L’interoperabilità dei software consente un flusso di lavoro più fluido e integrato tra la progettazione tradizionale e la modellazione BIM. Questo significa che i progettisti possono trasferire facilmente i dati da un ambiente a un altro, mantenendo tutte le informazioni essenziali, come le specifiche dei materiali, le analisi strutturali e le stime dei costi. Questa integrazione elimina la necessità di reinserire manualmente i dati, riducendo notevolmente il rischio di errori e le inefficienze operative.
Inoltre, l’interoperabilità con i software BIM facilita la collaborazione tra i diversi stakeholder coinvolti in un progetto. Architetti, ingegneri, costruttori e committenti possono condividere il modello BIM lavorando su ogni singola parte del progetto, che in questo modo è costantemente aggiornato. Ciò consente una comunicazione più chiara e una maggiore trasparenza, contribuendo a una gestione del progetto più efficace e alla prevenzione di incomprensioni o ritardi. In questo caso l’interoperabilità è resa possibile dall’utilizzo di uno formato standard condiviso, l’IFC (Industry Foundation Classes), lo schema di dati che deve essere usato per garantire uno scambio di informazioni coerente e affidabile tra programmi diversi.
Le soluzioni di ESAin prevedono un’integrazione con il BIM: come ad esempio ESApro 3D Piping, che usando il modulo BricsCAD BIM acquisisce i modelli tridimensionali realizzati con un software per il Building Information Modeling (come ad esempio Revit, ArchiCAD o AllPlan), modella e classifica gli oggetti secondo le categorie standard e consente all’utente di esportare il modello 3D nel file di interscambio IFC2x3, il formato certificato dall’organizzazione internazionale Building Smart
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