Gli impianti di termovalorizzazione rappresentano una soluzione per la gestione dei rifiuti, perché permettono di convertire i materiali non riciclabili in energia. Questa tecnologia, situata all’intersezione tra innovazione ambientale e ingegneria energetica, sfrutta il calore generato dalla combustione dei rifiuti per produrre elettricità o calore, contribuendo significativamente alla riduzione della dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili. 

La comprensione dei meccanismi alla base degli impianti di termovalorizzazione, al pari di quelli impiegati negli impianti di trattamento dei rifiuti, non è solo fondamentale per valorizzare in modo efficiente gli scarti industriali e urbani, ma riveste un ruolo strategico anche nel minimizzare l’impatto ambientale e nel promuovere un’economia circolare.

In questo articolo, esploreremo il funzionamento dei termovalorizzatori, delineando ogni singola fase che permette di trasformare i rifiuti in risorse, scoprendo i loro principali vantaggi, sia dal punto di vista ambientale che energetico. 

La discussione ci porterà a comprendere perché queste strutture svolgono un ruolo importante nella gestione sostenibile dei rifiuti e nella produzione di energia. Vedremo inoltre quali software possono essere utilizzati per la progettazione di questa tipologia di impianti.

Cosa sono i termovalorizzatori

I termovalorizzatori sono impianti industriali progettati per trattare i rifiuti attraverso un processo di combustione ad alta temperatura, che consente di produrre energia termica o elettrica, riducendo inoltre lo spazio occupato dagli scarti. A differenza dei semplici inceneritori, infatti, non si limitano a bruciare semplicemente i rifiuti, ma sono dotati di sistemi di recupero del calore prodotto dalla combustione dei materiali.

La diversa configurazione rispetto agli inceneritori permette inoltre a questa tipologia di impianti di recuperare e utilizzare le scorie del processo di termovalorizzazione per la produzione di altri materiali, come ad esempio cemento e materiale ferroso.

Al cuore di questi sistemi vi è una camera di combustione dove i rifiuti, pre-selezionati e non più riciclabili, vengono introdotti e bruciati in condizioni controllate. Questo processo rilascia una quantità significativa di calore, che viene poi catturato e utilizzato per produrre vapore. Il vapore, a sua volta, alimenta turbine collegate a generatori elettrici, producendo così energia elettrica. In alcuni casi, il calore generato può essere direttamente impiegato per riscaldare edifici o per processi industriali, realizzando quindi un sistema di cogenerazione.

Come anticipato, un aspetto cruciale degli impianti di termovalorizzazione è la loro capacità di ridurre significativamente il volume dei rifiuti trattati, arrivando a una diminuzione fino all’70-80% del volume originale, che permette inoltre di ridurre lo spazio necessario all’interno delle discariche.

Inoltre, i moderni termovalorizzatori sono dotati di sistemi avanzati di trattamento dei gas di scarico, che garantiscono che le emissioni rilasciate nell’atmosfera rispettino i rigorosi standard ambientali. Questi impianti, quindi, non solo forniscono una soluzione efficace alla gestione dei rifiuti, ma possono essere considerati anche come fonti di energia rinnovabile, perché permettono di raggiungere l’obiettivo di una maggiore sostenibilità energetica.

Software per la progettazione degli impianti di termovalorizzazione

Nel campo dell’ingegneria ambientale ed energetica, la progettazione degli impianti di termovalorizzazione richiede precisione, innovazione e una comprensione approfondita delle dinamiche di combustione dei rifiuti, così come degli impatti ambientali connessi. 

Per affrontare queste sfide, progettisti e ingegneri si avvalgono di software avanzati di progettazione e simulazione, strumenti essenziali per ottimizzare la configurazione degli impianti, migliorare l’efficienza energetica e garantire la conformità alle normative. 

Questi software consentono agli ingegneri di modellare dettagliatamente il processo di combustione, prevedere il comportamento termico e fluidodinamico all’interno della camera di combustione, e simulare il trattamento dei gas di scarico, offrendo una panoramica completa dell’impianto in fase di progettazione. 

Inoltre, permettono di modellare con precisione il layout 3D di un impianto, per avere a disposizione una rappresentazione tridimensionale del termovalorizzatore dettagliata. I software per l’impiantistica industriale di ESAin rispondono alle esigenze specifiche di ogni realtà industriale e possono essere personalizzati per rispondere alle esigenze specifiche del progetto.

Come funziona un termovalorizzatore

Come funziona un termovalorizzatore

Il funzionamento di un impianto di termovalorizzazione si articola in un processo tecnologicamente avanzato e strutturato in diverse fasi, ciascuna essenziale per trasformare i rifiuti in energia utilizzabile. Questo processo non solo enfatizza l’importanza della gestione sostenibile dei rifiuti, ma mette anche in luce come la tecnologia possa essere utilizzata per estrarre valore da ciò che tradizionalmente viene considerato scarto. 

Vediamo nel dettaglio le fasi del processo di termovalorizzazione:

  • Stoccaggio rifiuti e caricamento nei forni. I rifiuti, dopo essere stati raccolti, vengono trasportati all’impianto di termovalorizzazione dove sono temporaneamente stoccati in aree dedicate. Questo permette di gestire in modo ottimale il flusso di materiali verso i forni, garantendo una costante alimentazione del processo di combustione. Successivamente, tramite sistemi di caricamento automatici, i rifiuti vengono trasferiti nei forni, che raggiungono una temperatura di 1000°C, per essere inceneriti.
  • Combustione e recupero calore. La combustione dei rifiuti avviene in una camera di combustione ad alta temperatura. Durante questo processo, l’energia termica rilasciata dalla combustione dei rifiuti è catturata attraverso scambiatori di calore e utilizzata per produrre vapore ad alta pressione. Questo vapore può essere impiegato per alimentare turbine a vapore, generando energia elettrica o può essere utilizzato direttamente per riscaldamento.
  • Smaltimento scorie e trattamento fumi. Dopo la combustione, i residui solidi, o scorie, vengono raccolti e trattati. Queste scorie possono essere ulteriormente processate per recuperare materiali utilizzabili, come metalli, o smaltite in modo sicuro, se non riutilizzabili. Parallelamente, i gas di combustione prodotti vengono sottoposti a un rigoroso processo di trattamento per rimuovere inquinanti come particolato, furani, ossidi di azoto e diossine, assicurando che le emissioni nell’atmosfera rispettino i limiti normativi. Già all’interno della camera di combustione, inoltre, i fumi vengono sottoposti a un trattamento, generalmente con ammoniaca, per abbattere gli ossidi di azoto. Successivamente vengono convogliati all’interno di un sistema catalitico che permette ulteriormente di ridurre gli ossidi di azoto e di ammoniaca.
  • Produzione di energia. L’energia prodotta, sotto forma di elettricità o calore, viene poi distribuita per soddisfare le esigenze energetiche di abitazioni, uffici o processi industriali. Questo passaggio finale evidenzia il contributo degli impianti di termovalorizzazione alla realizzazione di una rete energetica sostenibile.

Attraverso queste fasi, un impianto di termovalorizzazione realizza un doppio obiettivo: ridurre in modo significativo il volume dei rifiuti e produrre energia, contribuendo così alla gestione sostenibile dei rifiuti e all’incremento dell’uso di fonti energetiche alternative.

 

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